lunedì 30 giugno 2008

IL RE E' NUDO

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Finalmente, dopo mesi di allappamenti di coglioni (scusate l'eufemismo spiccio) provocato dall'uso del Fotolog che, da ottima idea per la condivisione delle immagini, si è trasformato infine in una community elitaria, sono giunto infine al mio obiettivo prefissato in tempi non sospetti: farmelo chiudere!
Numerosi sono stati i tentativi in tal senso, molte le foto caricate, ma nessuna si era dimostrata adeguata a scuotere il buon senso preordinato da non si sa quale dogma di savoir faire .. fino a quando ..
Fino a quando, sapendo che la morale sempre sottostà a ciò che è sopra di noi ma al contempo in mezzo a noi, ho deciso di inserire l'immagine che meglio raggruppasse in sè stessa tutto ciò di incomparabile ma al tempo stesso assolutamente comparabile del vivere moderno: il sesso ed il potere.
Così, ecco il nostro Silvione col pipino di fuori. Ed il resto è storia. Storia, finalmente, interrotta con grande soddisfazione del sottoscritto.


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Certo, tutto questo potrebbe portare ad innumerevoli discussioni sulla morale e sul senso che essa possa avere in una realtà talmente soggiogata al sesso come la nostra, ma meglio non intraprendere certi impervi e ciechi cammini alla ricerca di noi stessi, perchè potremmo magari avere paura di quello che troveremmo.
Magari niente.
Il fatto strano, tornato al nostro Silvione desnudo, è che l'immagine che ho inserito è facilmente ricercabile su qualsiasi motore di ricerca, messa in mostra da molti siti (per esempio qui, qui e qui), quindi, riprendendo concetti di wharoliana memoria, potremmo considerarla POP, quindi appartenente al POPolo, e di conseguenza assolutamente illegittimo da censurare.
Comunque, voglio sottolineare (come è buona parte di questo post) che sono alquanto felice di aver fatto chiudere quel MALEDETTO FOTOLOG.
IL FLOG E' MORTO. LUNGA VITA AL FLOG.
Ma anche no.

domenica 29 giugno 2008

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L'incontenibile inconsistenza nel voler dimostrare.
Perseveranza seguita da insofferenza.

sabato 28 giugno 2008

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Sono così ricercato che non ricarico il cellulare da settimane ..

mercoledì 25 giugno 2008

lunedì 23 giugno 2008

L'ITALIA S'E' DESTA

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L'illusione è finita.
L'Italia
s'è desta e se ne ritorna meritatamente a casa.

Il giocatore più interessante di questi
Europei è Andrei Arshavin.

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venerdì 20 giugno 2008

IL PASSATO DAVANTI LE SPALLE

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La mia macchina sembra essere reduce da un rally. Ma non lo è. La vedi infangata come mai lo è stata finora (nonostante sia stata vittima/autrice delle più maldestre avventure) ma il motivo del suo stato non è dato dalla partecipazione ad una gara rallystica (sport che comunque mi attrae alquanto). Il fatto è che da circa un mese la strada provinciale Ortona-Tollo, lungo i quali bordi io abito da circa 28 anni, è stata chiusa per effettuare una sorta di potenziamento della linea fognaria e così, essendo essa l'unica via asfaltata che posso usare (come altre migliaia di persone) per ricongiungermi con la sempre beneodiata metropoli pescarese, sono costretto a percorrere con la suddetta auto sentieri maldestri e sterrati, conditi da pozzanghere sempreverdi, percorsi che ero solito percorrere negli anni della mia adolescenza, quando tutto doveva scorrere per forza su due ruote. Inizialmente questo disagio doveva perdurare per circa una settimana ma a tutt'oggi, dopo circa un mese, la situazione rimane ancora la stessa e, sebbene ami questi percorsi vintage, persino il mio livello di decenza alquanto basso mi impedisce, o meglio, mi dissidua continuamente dal guidare un ammasso di ferro e fango. Oggi un'articolo sul Messaggero Abruzzo mi svela l'arcano motivo di un simile ritardo nei lavori: durante questi procedimenti per la messa a punto della rete fognaria è stato scoperto, alla profondità di circa 3 metri, un dispositivo esplosivo composto da 13 bombe da aereo da 100 libbre ciascuno, 2 mine anticarro e da un pacco d'innesto di tritolo dotato di miccia di grandezza di circa mezzo metro cubo! Gentile concessione di una guerra che ha fatto assumere al territorio ortonese un importante, tragico ruolo per il controllo dell'Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. A cosa serviva questa sorta di megabomba? Semplice, a far crollare la collina dove vivevano centinaia di persone (e dove vivo io oggi) per bloccare la sede stradale e la linea ferroviaria sottostante. Assurdo. Più ci ripenso, e più ciò che è successo e che poteva ancora succedere mi pare assurdo. Per decenni ci sono state famiglie che vivevano con 'sta roba sotto il culo. Assurdo. E' il passato che ci rincorre, un monito che serve a ricordarci che anche noi siamo stati vittime in prima persona di una guerra che ci ha ucciso, e ci ha portato a cercare lidi più tranquilli al di fuori della nostra nazione. E' inutile scappare perchè quello che è successo è ancora dormiente sotto i nostri culi, nella memoria dei nostri anziani, e basta un colpo di vanga per ritirarlo fuori. Inutile crederci migliori di altri quando ormai si sta bene. Perchè siamo ancora attori (protagonisti e non) di una vergogna inspiegabile. Il passato, come spilli sotto le ascelle, ogni tanto torna per ricordarci ciò che siamo e ciò che è già successo. Sarà bene continuare a ricordare. Perchè dobbiamo farlo. Non posso immaginare come e dove sarei io oggi se quelle mine fossero espose. E, sebbene sforzi la mia immaginazione, non ci riesco.

Sarebbe interessante dare un'occhiata al sito del museo MUBA a Ortona. Sarebbe ancora più interessante andarci di persona.

sabato 14 giugno 2008

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Il mio personaggio preferito agli Europei 2008 è Slaven Bilic

giovedì 12 giugno 2008



Quando si parla senza sapere di cosa si sta parlando.

Enrico Fermi

lunedì 9 giugno 2008

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In tempi di presunti grandi cambiamenti dal punto di vista energetico, questa intervista a Jeremy Rifkin mi sembra possa dire qualcosa di molto più interessante delle solite chiacchiere da bar. So che siete pigri, quindi vi propongo solo un piccolo stralcio:

Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo?
"Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui".
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La Satira è tragedia più tempo. Se aspetti abbastanza tempo, il pubblico, i recensori, ti permetteranno di farci satira. Il che è piuttosto ridicolo, se ci pensi.

sabato 7 giugno 2008

MIRAGGI IN CARNE ED OSSA

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Appoggio le mani sulla balaustra placcata di simil-oro per affacciarmi sulla platea. Sotto di me un insieme di teste ordinatamente composte in file parallele, tutte caratterizzate da differenti peculiarità. Mi è possibile scorgere nel buio della sala quelle dei signori, canute, chiomate o calve che siano, ma tutte impomatate al limite delle proprie possibilità, e quelle delle rispettive signore, fresche opere di parrucchiere forse troppo poco zelanti nell’uso della loro arte acconciatoria.

Questa selva di tipologie umane ha una sola caratteristica in comune: contravvengono tutte alla moda e alla buona creanza, infatti i loro copricapi non sono dove dovrebbero essere, bombette, berretti ed alte tube non dominano i loro crani, ma sono tutti disposti accuratamente sulle gambe dei loro proprietari, per non ostruire la vista delle persone sedute alle loro spalle.

Mentre mi domando cosa li abbia portati ad assumere un siffatto contegno, aguzzo la mia vista ormai abituata al buio della sala per scorgere i loro visi e noto che tutti sono posseduti da espressioni alquanto inusuali. Chi non può fare a meno di tenere la bocca costantemente semiaperta preda di un moto di stupore, chi sorride con la stessa gioconda felicità di un infante, e chi è totalmente inespressiva, come se non riuscisse a captare le informazioni trasmesse dal cervello, oppure, al contrario, totalmente concentrata in questo intento al cospetto di un qualcosa di nuovo.

Così scopro che tutte queste persone hanno un’altra caratteristica in comune oltre a quella citata all’inizio. Sono lì tutte per assistere ad un’arte nuova. Ed i loro visi sono illuminati dalla luce di quest’arte nuova. Nuova e totalmente rivoluzionaria.

Quando decido finalmente di volgermi verso il fondo della sala affollata inizio a capire.

Ad attraversare la sala, proprio sopra i sopraccitati crani degli spettatori, una scia di luce reclama le proprie velleità di protagonista, e va così a segnare un percorso che, inaspettatamente, conclude la sua irrisoria corsa di sopravvivenza contro la liscia, candida ed in proporzione immensa superficie di un telone.

Su di essa ha inizio tutto. E ci metto un po’ di tempo ad accorgermene. Inizialmente tutto è luce. Illuminato e chiaro.

Poi un nuovo colore inizia ad emergere dalla sovranità del bianco. Infatti un nero, del tutto divergente dal colore primario che domina lo schermo, inizia a formare su di esso delle linee primarie, dei profili di forme. A seguirlo varie sfumature di grigio danno completa consistenza alla scena rappresentata.

Amalgama di colori che danno vita all’esistenza di persone che non sono lì fisicamente, ma respirano, vivono emozioni, amano e muoiono in maniera molto più intensa e vera delle stesse persone che, al di fuori dello schermo, assistono alla rappresentazione di questi accadimenti e situazioni posticce.

Sullo schermo accade quanto di più vero e reale possa mai accadere in un mondo fatto di vera carne e materia.

Il matrimonio del bianco e nero, per quanto composizione di tonalità di colori basilari, creano infinite percezioni di un mondo che racchiude in sé stesso mille percezioni in una.

Probabilmente sono solo visioni. Di principi. Di malavita. Di innamorati. Di avventurieri. Di Dei. Di reietti. Ma questi miraggi, le cui scene sono scandite dall’esecuzione a volte drammatica ed a volte estatica di vari temi musicali, riescono ad intrappolare la mente del fino allora incolto spettatore, in un susseguirsi di vicende ed emozioni che, alla fine dello spettacolo, farà rimpiangere il pubblico del loro brusco ritorno alla realtà. Del ritorno alla loro carne. Ai loro vestiti. Alle loro usanze. E, di conseguenza, ai loro compagni di vita. Dopo che il bianco scrive sul nero la parola “FINE” è proprio dura accorgersi di essere ancora lì seduti e di non far parte fattivamente delle scene alle quali hanno assistito. Ma poi sorrideranno. Perché hanno avuto la fortuna di assistere alla rappresentazione di un’arte nuova. Che ha permesso loro, per la prima volta, di essere principi, malavitosi, innamorati, avventurieri, Dei e reietti. Anche solo per un’ora.