sabato 22 agosto 2009

Polvere sulla testa #2

Image Hosting by imagefra.me

Le ultime ombre si allungavano dalle abitazioni.

Le sentiva poggiarsi sulla faccia per poi coprirlo.

Era ormai buio.

Una voce dal nulla.

[Tutti i cittadini, ad eccezione di quelli di categoria A, sono pregati di rientrare nelle proprie abitazioni]

Si toccò il collo e con le dita sfiorò il microchip sottocutaneo.

Era quello che regolava ogni vita. Che ordinava cosa fare.

Conosceva quella voce.

Bassa, suadente, con un’eco metallico.

La conosceva da una vita.

Come tutte le persone di quella città.

Le aveva sempre obbedito, ma non quella volta.

Adesso aveva qualcosa da fare.

L’ultima.

La strada si girò per guardarlo negli occhi.

Dritta e regolare, con i contorni delineati dalle luci intermittenti di led celesti, sembrava la pista di atterraggio di un aerojet.

Ai suoi lati la seguivano i marciapiedi, pavimentati di lastre di pietra fluorescente, uno dei numerosi vanti dell’industria del paese.

L’aura emanata da questi illuminavano fiocamente le pareti delle abitazioni adiacenti.

Nuove attività stavano aprendo. E nuove riposate persone stavano respirando la prima aria nuova della notte.

“Cosa vuoi da me?” Gli chiese.

“Speranza. Svago. Redenzione. Peccato.”

-Ti ho già chiesto tutto e mi hai già tolto abbastanza-

S’incamminò.

Percorsi i primi metri, sentiva sempre di più il marciapiede scivolare sotto i suoi piedi.

Sempre più velocemente.

Alzò lo sguardo dalle sue pantofole che ormai camminavano spedite, autonomamente, quasi come si fossero liberate dagli ordini impartiti dal suo cervello, e loro stesse volessero arrivare a destinazione nel più breve tempo possibile.

Veloci.

Una dopo l’altra.

I marciapiedi erano ormai pieni di ombre, le vedeva ingrandirsi per poi rimpicciolire man mano che si allontanavano.

Era considerata maleducazione guardare le altre persone, ma lui induceva in questo, fissando quelle figure dalla forma umana con quel gusto dell’orrido misto a curiosità, quella tentazione che porta le persone ad accalcarsi nei luoghi degli incidenti, sapendo già quale tipo di spettacolo gli si parerà di fronte, con quella paura e quella voglia di vedere lo stesso.

Assolutamente.

Nessun commento: