martedì 29 gennaio 2008

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Dalla lettura del mio curriculum vitae traspare chiaramente la mia genialità.
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Strane sensazioni che si provano alla fine di una giornata vissuta interamente e in modo totalmente frenetico. Tante facce viste, chilometri percorsi, parole dette ed ascoltate ed adesso, se ripenso a stamattina, mi sembra di ripensare a fatti successi ieri.
Pro e contro del vivere un'intera giornata.
PRO: Vedere il primo e l'ultimo sole, relazionarsi con le persone, muoversi, darsi da fare, tornare a casa stanchi ed avere voglia di mettersi a letto presto.
CONTRO: un'immensa rottura di coglioni.

venerdì 25 gennaio 2008

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Cade il Governo ..
e l'Italia torna agli itagliani.

giovedì 24 gennaio 2008

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Aspettando ansiosamente ..

martedì 22 gennaio 2008

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A volte la testa vorrebbe scoppiare.
Pur di non essere costretta ad immagazzinare tutte le stronzate viste, vissute e sentite nell'arco di una sola giornata.

lunedì 14 gennaio 2008

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Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di una nuova età oscura.

sabato 5 gennaio 2008

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O voi che il libro a legger v'apprestate
Liberatevi d'ogni passione
E leggendo non vi scandalizzate,
Chè non contiene male nè infezione.
Anche gli è ver che poca perfezione
v'apprenderete, salvolchè nel ridere;
Non può il mio cuore senza riso vivere
E innanzi al duolo che vi mina e estingue,
Meglio è di riso che di pianto scrivere,
Chè il riso l'uom dall'animal distingue.

VIVETE LIETI


Gargantua e Pantagruele
Francois Rabelais


venerdì 4 gennaio 2008

Girovagando in una calda serata estiva per mercatini col fido Tonio, sentimmo ad un tratto un energumeno gridare "10 libri 5 euro!". Codesto energumeno, con nostro grande stupore, ne aveva la bancarella stracolma e noi, storditi da questa offerta così succulenta (che dopo un'ora sarebbe diventata "10 libri 2 euro!"), riportammo quella sera a casa chilogrammi su chilogrammi di volumi delle tipologie più disparate: narrativa, saggistica, architettura, ecc.
Il prezzo della cultura, una cosa così relativa. Per non parlare del suo peso.
In Italia il libro viene considerato bene di lusso e, quando acquistiamo tale manufatto, dobbiamo capire che l'80% del prezzo che paghiamo è per la rilegatura, la copertina, la qualità dei fogli, tutte cose che riguardano la casa editrice, solo in minima parte riguarda l'aspetto artistico dell'opera. Purtroppo.
Fatto sta, ho acquistato da quell'inusuale mercante di cultura (che non sapeva neanche leggere) al modico prezzo di 20 centesimi "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo.
Un'ulteriore premessa: si, è la storia del gobbo che conosciamo grazie al cartone animato, ma quelli della Disney hanno distrutto un'opera letteraria colma di tragedia, poesia, satira .. altro che "vissero felici e contenti", qui muiono tutti. Basta premesse.

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Mi ha stupito, leggendo questo romanzo sono rimasto stupito dalla sua attualità nonostante sia vecchio di quasi due secoli, Hugo descrive con ironia e disillusione una società e un pensiero così diverso e così simile a quello moderno (che non è poi tanto moderno), così attuali da avere riscontro nelle cose che sentiamo e vediamo al giorno d'oggi.

Narrativa, satira, critica, poesia.
Tutto questo è Notre-Dame de Paris.


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I capitoli dai nomi più significativi:

Da Scilla a Cariddi
Inconvenienti di pedinare una bella ragazza di sera

Il cane e il suo padrone

Questo ucciderà quello

Una lacrima per una goccia d'acqua

Del pericolo di confidare il proprio segreto ad una capra

Come un prete e un filosofo non siano la stessa cosa

Quali effetti possano produrre sette bestemmie all'aria aperta

Lo scudo cambiato in foglia secca

Tre cuori d'uomo fatti in modo differente

Coccio e cristallo

Gringoire ha parecchie buone idee di seguito

Viva la gioia!

La creatura bella bianco vestita


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E di seguito stralci del libro che dovrebbero far ragionare ogni buon studente di architettura. Buona lettura (non siate pigri).

E' sicuramente ancor oggi un maestoso e sublime edificio, la chiesa di Notre-Dame di Parigi. Ma per quanto sia rimasta bella invecchiando, è difficile non sospirare e non indignarsi davanti ai guasti e alle mutilazioni innumerevoli che simultaneamente il tempo e gli uomini hanno inflitto al venerabile monumento, senza alcun rispetto per Carlomagno che ne posò la prima pietra, per Filippo Augusto che ne posò l'ultima. Sulla faccia di questa vecchia regina delle cattedrali, accanto ad una ruga si trova sempre una cicatrice. Tempus edax, homo edacior. E io tradurrei volentieri così: il tempo è cieco, l'uomo è stupido. Se ci fosse dato di esaminare con il lettore , a una a una, le diverse tracce di distruzione segnate nell'antica chiesa, vedremmo che la parte minore spetta al tempo, e la peggiore agli uomini, soprattutto quelli "del mestiere", giacchè tra i guastatori di Notre-Dame non pochi in questi ultimi due secoli si sono arrogati il titolo di architetti [..].

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Così fu trattata l'arte meravigliosa del Medioevo quasi in ogni paese, soprattutto in Francia. Si possono distinguere tre specie di ferite sulla sua rovina e tutte e tre l'intaccano a differenti profondità: prima di tutto il tempo, che ne ha sbreccato qua e là e arruginito dappertutto la superficie; poi le rivoluzioni, politiche e religiose, che cieche e bestiali per natura, le sono piombate addosso tumultuose, strappandole la ricca veste di sculture e ceselli, spaccando i rosoni, spezzandone le collane d arabeschi e di figurine, abbattendo statue, ora perchè mitriate, ora perchè coronate; e infine le mode, sempre più sciocche e grottesche, contribuendo una dietro l'altra, dopo le disordinate e splendide deviazioni del rinascimento, alla fatale decadenza dell'architettura.
Le mode hanno fatto più danni delle rivoluzioni [..].


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[..] Questo ucciderà quello. Il libro ucciderà l'edificio. A parer nostro, tale pensiero aveva due facce. In primo luogo era un pensiero da prete, indice del terrore del sacerdozio davanti a un agente nuovo: la stampa. Era lo spavento dell'uomo di chiesa abbagliato dalla luminosa invenzione di Gutenberg. Erano il pulpito e il manoscritto, la parola parlata e la parola scritta messe in stato d'allarme dalla comparsa della parola stampata; qualche cosa di simile allo stupore di un passero che veda l'angelo Legione aprire i suoi sei milioni di ali [..]. Voleva dire: la stampa ucciderà la chiesa. Ma a nostro avviso, sotto questo pensiero, indubbiamente il primo e il più semplice, se ne nascondeva un altro più nuovo, un corollario del primo, ma meno facile a socrgersi, ma più agevolmente contestabile, un punto di vista altrettanto filosofico, non più solo del prete, ma del sapiente e dell'artista [..]. Voleva dire: la stampa ucciderà l'architettura. Infatti, dalle origini fino a tutto il XV secolo dell'era cristiana, l'architettura è il gran libro dell'umanità, la principale espressione dell'uomo attraverso i diversi stadi del suo sviluppo, sia come forza sia come intelligenza. Quando la memoria delle prime razze si sentì sovraccarica, quando il bagaglio di ricordi del genere umano divenne così pesante e così confuso che la parola, nuda e instabile, rischiò di perderne lungo il cammino, si pensò d'iscriverli al suolo nel modo più duraturo e nello stesso tempo più naturale. Ogni tradizione venne suggellata in un monumento [..].
E finalmente nacquero i libri [..]. Il simbolo aveva bisogno di espandersi nell'edificio. Allora l'architettura si sviluppò di pari passo con il pensiero umano; diventò un gigante con mille teste e mille braccia, e fissò in una forma eterna, visibile, palpabile, tutto quel simbolismo fluttuante. Mentre Dedalo, che è la forza, misurava, mentre Orfeo, che è l'intelligenza, cantava, il pilastro che è una lettera, l'arco che è una sillaba, la piramide che è una parola, messi in moto contemporaneamente da una legge di geometria e da una legge di poesia, si raggruppavano, si combinavano, si amalgamavano, scendendo, salendo, giustapponendosi sul suolo, sovrapponendosi nel cielo, fino a quando ebbero scritto, sotto il dettato dell'idea generale di un'epoca, quei libri meravigliosi che erano anche meravigliosi edifici: la pagoda di Eklinga, il Ramseion d'Egitto, il tempio di Salomone [..].
Ogni civiltà incomincia dalla teocrazia per finire nella democrazia. Questa legge per cui la libertà succede all'unità è scritta nell'architettura [..]. La cattedrale stessa, questo edificio così dogmatico un tempo, invasa ormai dalla borghesia, dal comune, dalla libertà, sfugge al dominio del prete e cade in potere dell'artista, che la costruisce a suo modo. Addio mistero, mito, legge.
Regnano la fantasia e il capriccio [..].
Il pensiero di allora era libero solo in questo modo: poteva essere scritto per intero solo su quei libri che erano chiamati edifici. Quello stesso pensiero, sotto forma di manoscritto, sarebbe stato bruciato sulla pubblica piazza per mano del boia, solo che avesse avuto l'imprudenza di correrne il rischio; ma, inciso sul portale di una chiesa, poteva assistere tranquillamente al supplizio di se stesso, scritto in un libro. Non avendo dunque altra strada per uscire alla luce, il pensiero si affannava dunque a costruire edifici [..].

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Per finire, senza parole.

Perchè l'amore è come un albero: cresce da solo, spinge profondamente le sue radici in tutto il nostro essere, e spesso continua a verdeggiare sopra un cuore in rovina. E l'inesplicabile è questo: più la passione è cieca, più è tenace; non è mai tanto solida quando non ha ragione di essere.

Victor Hugo
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mercoledì 2 gennaio 2008

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Mio nonno è morto.

Almeno spero, l'han sepolto.

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E anche questo blog cedette al fascino del contatore di visite.
Un benvenuto a tutti i passanti.